Affitti amari per Ferragamo & C.

La pandemia colpisce anche un mercato fino a ieri florido come quello degli affitti brevi e non risparmia società che pure vedono nel loro capitale azionisti eccellenti. Qualche giorno fa, infatti, il giudice di Milano Francesco Pipicelli ha nominato Alfredo Imparato commissario della Halldis spa, ammessa al concordato con riserva di presentazione di un accordo di ristrutturazione del debito. La società, che opera negli affitti brevi gestendo 1400 appartamenti nelle principali città italiane e 150 appartamenti all’estero situati fra l’altro in 30 palazzi e 500 ville, è controllata dalla Windows on Europe (Woe) di cui sono soci fra gli altri l’imprenditore fiorentino Leonardo Ferragamo con oltre il 32% e col 6% Costanzo Esclapon, fondatore di Club Italia che ha fatto nascere oltre 90 start up. Gli altri azionisti di Woe, anch’essa quasi contestualmente finita in concordato preventivo con Raffaella Agostinelli quale commissario) sono l’inglese Reks Uno (44,2%), Oak Tree (12%) e 125th Street (6,2%).

Il giudice milanese ha accolto il ricorso presentato dallo studio legale Giliberti Triscornia per conto di Halldis, presieduta da Alberto Melgrati, che opera con le controllate Halldis Belgium, Halldis France, Windows on Italy, Halldis Doo, Mangora e Rentexpress. Le ragioni della crisi, spiega il ricorso, risiedono nel fatto che “Halldis opera in un settore caratterizzato da marginalità inferiore rispetto all’hotellerie”, pertanto “la struttura del personale si è rivelata sovradimensionata rispetto alla quota di mercato conquistata, determinando un incremento di costi fissi molti rilevante” e inoltre “lo sviluppo è stato frenato dalla difficoltà di accesso al mercato del credito”.

A fronte della crisi, alla quale la pandemia ha dato il colpo finale, Woe ha immesso risorse attraverso ripetuti aumenti di capitale ma non è bastato e a maggio scorso Halldis aveva debiti per 15 milioni e un patrimonio netto negativo per 8 milioni. La società ha chiesto la procedura perché conta di presentare un piano concordatario basato sulla gestione di alcuni immobili, la dismissione di altri e la riduzione del personale. Inoltre “Woe e Halldis – spiega il ricorso – hanno ricevuto una manifestazione d’interesse da parte di uno dei principali soci di Woe che nell’ambito della ristrutturazione ha già apportato, e sarebbe disposto ad apportare in futuro, risorse finanziarie adeguate al rilancio delle due società”.