I Barilla all’asciutto.

Nonostante l’utile ancora consistente, i quattro fratelli Barilla (Guido, Emanuela, Luca e Paolo) decidono come di consueto di rimanere a bocca asciutta e non distribuirsi dividendi. Qualche giorno fa, infatti, hanno deliberato di destinare alla riserva l’intero profitto ordinario di 39,2 milioni di euro segnato nel 2019 dalla loro cassaforte Guido Barilla & F.lli (Gbf), l’accomandita di famiglia presieduta da Guido, che controlla l’omonimo colosso alimentare, e che si confronta con un profitto di 80,7 milioni del precedente esercizio: in tal modo il patrimonio netto della holding sfiora ormai i 130 milioni. La diminuita redditività si deve ai proventi della controllata Cofiba, che ha erogato una cedola di 40 milioni rispetto agli 82 milioni del 2018. I quattro Barilla sono nel capitale dell’accomandita come persone fisiche in quanto accomandanti assieme al pacchetto più consistente intestato alla Compagnia Fiduciaria Nazionale.

Di tenore leggermente diverso, invece, il consolidato della cassaforte della dinastia parmense evidenzia invece segnali di miglioramento: l’utile netto è aumentato anno su anno da 253 a 266,8 milioni, ebita ed ebit sono lievemente calati rispettivamente da 471 a 468 milioni e da 339 a 324,8 milioni, in presenza di ricavi in progresso del 4% ad oltre 3,6 miliardi. A fronte di un patrimonio netto di oltre 1,4 miliardi, i Barilla hanno visto i debiti verso banche aumentare anno su anno da 418,6 a 660,6 milioni e tuttavia la posizione finanziaria netta è tornata positiva a 58 milioni dopo i -77 milioni del 2018.