Zaleski, addio Calisio con veleno.

E’ segnata dalla garbata polemica del presidente uscente Romain Zaleski la fine di Calisio, “salottino buono” nato nel 1999, che ha raggruppato partecipazioni importanti in Ubi Banca e Cattolica di Assicurazioni e di cui sono azionisti lo stesso finanziere franco-polacco con l’11,7%, la moglie Helene de Prittwitz (16%), Finanziaria di Valle Camonica, l’Istituto Atesino di Sviluppo, braccio finanziario della Curia trentina e, fra gli altri, la Omniaholding di Roberto Colaninno e i gruppi industriali Camozzi, Erogasmet e Tosoni. Zaleski, che aveva assunto la presidenza nel 2016, qualche giorno fa ha guidato a Trento un’assemblea straordinaria alla quale erano presenti soci pari al 99,16% del capitale. La riunione prendeva atto che in base allo statuto la società scadeva il 31 dicembre scorso e a quel punto Zaleski ha ricordato “quali siano le principali problematiche attualmente esistenti anche con riguardo ai rapporti in essere con gli istituti bancari”. Il bilancio 2019 si è chiuso in perdita per 622mila euro dopo i 3,5 milioni di passivo dell’esercizio precedente mentre a fronte di un patrimonio netto di 6,7 milioni i debiti verso banche sono pari a 2 milioni: nel rendiconto figurava l’impegno, pari a 6,6 milioni per una fidejussione rilasciata a favore di alcune banche, “pur tenendo conto che la società – spiegava la nota integrativa – non ritiene vi siano i presupposti per la sua esistenza”. Il consiglio d’amministrazione di Calisio, di cui Giorgio Franceschi (vicepresidente e a.d. di Isa) è amministratore delegato s’è espresso quindi per la messa in liquidazione, votata all’unanimità.

A quel punto Zaleski ha fatto mettere a verbale una sua dichiarazione nella quale ricorda che aveva espresso la candidatura ad essere liquidatore. Dopo aver ricordato che “la Calisio era stata creata su iniziativa del grandissimo bresciano e camuno Giuseppe Camadini, per i rapporti di amicizia e stima ho contribuito in modo importante con mia moglie alla sottoscrizione del capitale” anche se “non abbiamo minimamente partecipato alla gestione e alla definizione della strategia della società fino alla mia nomina e per questo non ho conoscenza intima dell’accaduto negli anni precedenti”. “Capisco perfettamente – ha concluso il presidente uscente – che alcuni soci importanti abbiano espresso una legittima preoccupazione sulla mia preparazione a condurre con serenità e tranquilla condivisione la liquidazione nell’intesse di tutti”. Così Zaleski e la moglie hanno “accettato la proposta di questi soci di liquidare subito la nostra partecipazione in Calisio con un ragionevole sconto del 10%”. A quel punto come liquidatore l’assemblea ha nominato Marilena Segnana.