Invitalia sugli schermi con Fandango.
Il Covid-19 impone a Domenico Procacci la riorganizzazione e il rafforzamento, anche grazie a capitali pubblici, della sua casa di produzione cinematografica Fandango, che ha appena festeggiato i 31 anni di vita e che ha chiuso il 2019 con ricavi per 31 milioni di euro. La società, basata a Roma, qualche giorno ha tenuto infatti un’assemblea straordinaria presieduta dallo stesso Procacci per varare prima un aumento di capitale da 2 milioni a 2,78 milioni mediante emissione di nuovi titoli per 780mila euro e poi l’emissione di un prestito obbligazionario del controvalore di 2,34 milioni che sarà riservato alla sottoscrizione da parte di Invitalia. L’ingresso dello stato in Fandango, sia pur come obbligazionista, è stato consentito dal Decreto Rilancio varato dal governo a sostegno delle pmi colpite dalla pandemia. L’aumento di capitale è stato invece sottoscritto dai soci, Procacci con circa il 60%, il fratello Paolo con l’8,6% e Laura Paolucci col 3,2%. Il restante 19% circa era della controllata Fandango Tv che Procacci quasi contestualmente ha deciso di fondere per incorporazione nella controllante.