Marescotti, dal caffè alle schede.
Sarà Federico Marescotti, già amministratore delegato prima della finanziaria regionale Friulia e poi del gruppo Illy a cercare di salvare, in qualità di advisor finanziario e industriale, la Dm Elektron (Dme), azienda di Buja (Udine) che produce schede e componenti elettronici per clienti quali Alstom, Atlas Copco, Electrolux e Sauer. Qualche giorno fa, infatti, Gianmarco Calienno giudice del tribunale di Udine ha nominato Sante Casonato commissario della società ammessa al concordato con riserva. Dme di cui Dario Melchior è amministratore unico e socio di larga maggioranza, ha chiuso il 2019 con ricavi scesi a 21,2 milioni di euro dai 28,4 milioni dell’anno prima e un patrimonio netto di 6,2 milioni a fronte di debiti per 26,7 milioni di cui 14 milioni verso banche.
Il ricorso presentato ai giudici dall’avvocato Luca Ponti spiega che l’azienda, che nel 2018 ha delocalizzato a Brasov in Romania parti importanti della produzione, proprio con questa mossa in quell’anno è stato oggetto di forti proteste da parte dei lavoratori italiani. Così le assicurazioni commerciali hanno azzerato gli affidamenti e i fornitori hanno chiesto pagamenti immediati determinando una crisi finanziaria tanto che nel 2019 Dme ha ridotto il personale nel nostro pase da 104 a 47 addetti e in Romania da 230 a 102, determinando così anche il calo dei ricavi. A fronte dello scoppio della pandemia, con la chiusura dell’impianto di Buja e la riduzione dei volumi in Romania, il fatturato s’è contratto nel 2020 a 12,2 milioni. Di qui la richiesta della procedura potendo contare, per ridurre il debito, sugli asset della proprietà degli impianti. Oltre a Marescotti, Roberta Tonini sarà l’attestatore del piano concordatario.