D’Alema prende la scossa.
Meglio usare il proprio passato politico per fare affari con l’energia elettrica che vendere vino ai cinesi. Deve pensarla così Massimo D’Alema quando poche settimane fa ha approvato a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro i bilanci del 2020 della sua DL & M Advisor, basata a Roma, e della Silk Road Wines la cui sede legale è invece a Orvieto. Della prima società l’ex presidente del consiglio e segretario dei Ds è amministratore e socio unico: costituita a inizio del 2019 e avente a oggetto la “consulenza nell’ambito dei processi di internazionalizzazione” di diversi mercati esteri “per la ricerca e l’attrazione di investimenti di aziende private”, ha chiuso il secondo bilancio con ricavi saliti a 426mila euro dai 172mila dell’esercizio precedente euro e un utile salito anno su anno da 27mila a 202.333 euro. Ma da dove arrivano i ricavi divisi tra 318.816 euro in Italia e 108.000 euro in Svizzera? La nota integrativa spiega che l’intero importo è relativo al “ritiro dedicato dell’energia elettrica da parte del Gestore dei Servizi Energetici (GSE)”. ll ritiro dedicato, che possono richiedere gli impianti alimentati da fonti rinnovabili e non è una modalità semplificata a disposizione dei produttori per la commercializzazione dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete. Consiste nella cessione al GSE dell’energia elettrica immessa in rete dagli impianti che vi possono accedere, su richiesta del produttore e in alternativa al libero mercato, secondo principi di semplicità procedurale e applicando condizioni economiche di mercato. Il GSE corrisponde infatti al produttore un determinato prezzo per ogni kWh immesso in rete. Della seconda società, “Vini della strada della seta” dall’inglese, nata anch’essa nel 2019, D’Alema è amministratore assieme al noto enologo Riccardo Cotarella: i due figli del politico (Francesco e Giulia) hanno cadauno il 17,5%, il 50% è delle tre figlie di Cotarella (Dominga, Enrica e Marta) mentre il 15% restante è del fondo lussemburghese Amana Investment Glass Fund di Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group. La società, che commercializza vini all’ingrosso, ha chiuso il secondo primo bilancio con ricavi diminuiti anno su anno da 483mila a 81mila 384 euro e un utile sceso da 172mila a 32mila euro. Un calo di vendite dovuto, spiega la nota integrativa, alla pandemia.