I divani Alberta si salvano.

Alberta Pacific Furniture (Apf), nota azienda veneta leader nella produzione di poltrone e divani di fascia alta, può salvarsi nonostante sia stata vittima del Covid-19. Qualche giorno fa, infatti, la seconda sezione del tribunale civile di Treviso presieduta da Bruno Casciarri, confermando il commissario Roberto Cortellazzo Wiel, ha omologato il piano concordatario dopo che la domanda di procedura era stata presentata nell’aprile dello scorso anno dagli avvocati Paolo GnignatiPaolo Dominis Michele Mazzolo dello studio Gianni & Origoni. La società, fondata nel 1978 e basata nel trevigiano, è controllata da Giuseppe Sbroggiò e famiglia e ha realizzato prodotti venduti in larga parte all’estero, in molte residenze alberghiere prestigiose tra le quali il Four Seasons di Beirut, il Capoul Novotel di Tolosa e l’Al Mustafawi Villa Projects di Doha. Nel 2020 ha realizzato ricavi per 8,6 milioni con una perdita di 5,2 milioni ma nel primo semestre di quest’anno il trend è migliorato con vendite per oltre 4 milioni mentre è stato dato il via alla vendita dell’immobile di proprietà ed è stato ceduto il 30% di Selene Salotti. A inizio dello scorso giugno l’assemblea dei creditori col 70,3% dei voti aveva approvato il piano concordatario, a fronte di crediti ammessi per 6,6 milioni, tra cui in primo luogo quelli delle banche a iniziare da Intesa Sanpaolo. Il focus di vendite sui mercati tedesco e cinese aveva portato l’azienda in crisi nel primo trimestre del 2020, causa la pandemia. Apf aveva pagato tutti i dipendenti fino al marzo dello scorso anno, poi aveva fatto ricorso alla cassa integrazione, elaborando da una parte un piano di ristrutturazione (affidato allo studio Consimp di Treviso) e dall’altra una stima dell’attivo immobiliare curata da Francesco De Mori.