Se ne va il conte della mazzetta.

Il conte Carlo Radice Fossati Confalonieri, anni 81, s’è spento: i suoi funerali saranno lunedì mattina a sant’Ambrogio. Con lui se ne va un pezzo importante dell’aristocrazia milanese “del Cappuccio” e un altrettanto pezzo importante della storia di Tangentopoli. “Sì, ho pagato. Ero combattuto tra due pesi morali: da una parte la mia integrità di politico, dall’ altra c’ era il fatto che i miei due soci premevano, perché andavano in rovina, scontando il fatto di essersi associati con me. Certo, avrei potuto vendere, ma a chi? Alla fine, ho deciso di pagare…”. Era il giugno del 1992, infatti, quando il patrizio meneghino ammise al pm Antonio Di Pietro la mazzetta, per la quale fu condannato a un anno e un mese. Proprio lui che quand’era stato in quota Democrazia Cristiana assessore all’edilizia privata e poi consigliere comunale e capogruppo, era il politico che della battaglia di moralizzazione aveva fatto la sua bandiera ed era stato protagonista dell’affossamento politico dell’ex sindaco socialista Paolo Pillitteri. Radice Fossati confessò che insieme ad altri due soci aveva versato un miliardo, suddiviso nella percentuale del 33 % ciascuno, per trasformare la cava di Uboldo, una proprietà del conte, in una discarica di rifiuti. Tra i quattro figli di Radice Fossati c’è Eugenio, attivo nei fondi immobiliari con Namira Sgr, che ha sposato Valentina Scaroni, figlia di Paolo, oggi vicepresidente di Rothschild e presidente del Milan: non sorprende quindi oggi il necrologio di tutti gli Scaroni sul “Corriere della Sera”. Cugini di Radice Fossati sono altri nobili milanesi come i Belgioioso, gli Jacini e i Melzi d’Eril. Fratello del defunto è il conte Federico, con molte proprietà immobiliari nel centro di Milano e in Lombardia.