I 4 Grimaldi col vento in poppa.

I due fratelli (Gian Luca ed Emanuele) e le due sorelle (Maria Consuelo ed Amelia) Grimaldi, proprietari ciascuno col 25% del Grimaldi Group, confermano la loro tradizionale politica di rafforzamento patrimoniale. Qualche settimana fa, infatti, a Napoli l’assemblea dei soci della holding del grande gruppo armatoriale presieduta da Gian Luca Grimaldi ha deciso di mandare a riserva l’intero utile di 80,6 milioni di euro segnato nel bilancio ordinario 2021, in linea con quello del precedente esercizio, facendo così salire il patrimonio netto ad oltre 1,92 miliardi. Il risultato si deve principalmente ai circa 90 milioni di dividendi deliberati dalle controllate e collegate, di cui 44,4 milioni erogati da Finnlines, 21,3 milioni da Ports & Terminal Multiservices, 12,2 milioni da Deep Sea e 4 milioni da Grimaldi Euromed. A livello consolidato, pur nell’anno parzialmente segnato dalla pandemia, la fotografia conferma il buon stato di salute del gruppo poiché a fronte di un aumento dei ricavi dai 2,7 miliardi del 2020 a 3,4 miliardi (+25% prevalentemente per i maggiori volumi trasportati di auto e passeggeri, nonché contenitori e general cargo), i costi operativi sono lievitati in modo inferiore del 19% a 2,5 miliardi. Ciò ha consentito un significativo progresso anno su anno dell’ebitda e dell’ebit rispettivamente da 658,8 a 946,9 milioni e da 329,8 a 516,6 milioni con un utile netto salito da 272,6 a 437,3 milioni. Il patrimonio netto è progredito di 454 milioni a 4,45 miliardi, con un equity ratio del 60,7%, ma l’indebitamento finanziario netto è salito di oltre 116 milioni a 1,64 miliardi per il combinato disposto dell’inclusione nel consolidato della newco spagnola Trasmed Gle e dell’erogazione di nuovi finanziamenti per 542 milioni a Grimaldi Euromed e Finnlines. A fine 2021 il gruppo, guidato dal presidente Gian Luca Grimaldi e dagli amministratori delegati Emanuele Grimaldi e Diego Pacella, contava su una flotta di circa 140 navi, di cui 127 di proprietà, con un’età media di 14 anni (inferiore alla media del settore) impiegate su servizi di linea in un network che collega 140 porti in 50 paesi e 4 continenti. Il gruppo controlla inoltre 21 terminal portuali.