Kairos lascia a secco Julius Baer.

La banca privata svizzera Julius Baer resta all’asciutto su Kairos. Dopo che lo scorso anno il gruppo Kairos Investment Management (Kim) oggi presieduto da Dieter Armin Enkelmann e guidato da Alberto Castelli (che ha affidato a McKinsey il nuovo piano industriale) aveva distribuito un dividendo di 40 milioni di euro alla controllante elvetica, nei giorni scorsi l’assemblea dei soci chiamata ad approvare il bilancio 2021 ha invece deciso di “non provvedere ad alcuna distribuzione di riserve”, che pure ammontano a oltre 53 milioni. Questo probabilmente anche perché l’esercizio dello scorso anno si è chiuso con una perdita, pur lieve, di 125mila euro rispetto all’utile di 4,3 milioni del 2020. Il rosso, spiega la relazione sulla gestione, “è sostanzialmente attribuibile ai costi sostenuti per l’ordinaria operatività in parte compensati dal dividendo pagato nel corso del 2021 dalla controllata Kairos Asset Management Sa (liquidata recentemente, ndr) per 945mila euro”. Kim ha anche predisposto il consolidato chiuso in perdita per 591mila euro e un patrimonio netto in calo anno su anno da 107,6 a 71,87 milioni. Tra le controllate Kairos Partners Sgr ha chiuso il 2021 con un utile di quasi 4 milioni (5 milioni nel 2020) mentre l’inglese Kairos Investment Mgmt ha perso 3 milioni di sterline. Tra i soci di minoranza di Kim figurano col 30% i gestori-manager Guido Brera, Rocco Bove e Massimo Trabattoni, Castelli (3%) e Caterina Giuggioli (2%). La relazione sulla gestione nei fatti successivi alla chiusura del bilancio segnala che a marzo scorso la Banca d’Italia ha consegnato al consiglio il rapporto ispettivo dopo la verifica. “A fronte degli elementi di debolezza e delle aree di miglioramento indicate nel verbale – dice la relazione – che non contengono rilievi di non conformità, il consiglio s’è prontamente attivato per pianificare le opportune azioni per il rafforzo dei presidi e i miglioramenti richiesti dall’Autorità”.