Rev riduce le perdite.
S’è chiuso con una perdita drasticamente ridotta l’ultimo bilancio di Rev, la società di gestione dei crediti controllata da Bankitalia e la cui piattaforma operativa è stata appena ceduta a Cerved Credit Management (Ccm), divisione del gruppo Cerved (che fa capo alla Ion di Andrea Pignataro) focalizzata sulla gestione di crediti problematici. Il bilancio 2021, infatti, ha registrato un rosso di 26,3 milioni di euro rispetto a quello di oltre 121 milioni dell’esercizio precedente. Rev, presieduta da Maria Teresa Bianchi e guidata dall’amministratore delegato Salvatore Immordino e che ha deciso nell’assemblea dei soci di rinviare a nuovo il disavanzo, è nata nel 2015 per trovare una collocazione ai crediti delle quattro banche del Centro Italia poste in risoluzione (Popolare Etruria, Banca Marche, Cassa di Chieti e CariFerrara). Nella relazione sulla gestione si spiega come nello scorso febbraio Rev abbia siglato il rinnovo per 30 mesi del finanziamento con un pool di banche (Intesa Sanpaolo, Popolare di Sondrio, BancoBpm, Creval, Unicredit e Bper) per 999 milioni. Lo scorso anno Rev ha corrisposto interessi allo stesso pool per 32,9 milioni e ha rimborsato capitale per 242 milioni avvalendosi per 157,2 milioni di liquidità riveniente dalla monetizzazione degli npl e per 84,8 milioni di liquidità propria. Finora Rev ha corrisposto alle banche finanziatrici quasi 1,3 miliardi, di cui oltre un miliardo per rimborso del capitale e 243 milioni per commissioni e interessi. Nei sei anni di operatività gli incassi complessivi dei crediti deteriorati sono stati di 1,21 miliardi (il 60% circa di quanto pagato per l’acquisto degli npl) e sono state realizzate plusvalenze nette per 367,3 milioni. L’operazione con Cerved prevede, da un lato, lo scorporo e la vendita a Ccm della piattaforma operativa di gestione degli asset di Rev; dall’altro, la sottoscrizione tra Ccm e Rev di due contratti pluriennali di servicing, uno per i finanziamenti e uno per il leasing, di una durata coincidente con la vita dei portafogli, e di un contratto di servizi amministrativi cosiddetti “ancillari”. Con questa operazione Ccm supera i 44 miliardi di crediti deteriorati in gestione confermandosi tra i principali operatori nell’industria del credit management.