Preziosi gioca sempre in rosso.
Ancora profondo rosso per Enrico Preziosi perché il secondo anno della pandemia ha lasciato il segno sulla sua Giochi Preziosi, di cui è stato appena riconfermato presidente. Il bilancio consolidato 2021 della principale azienda italiana di giochi, infatti, s’è chiuso con ricavi netti diminuiti anno su anno da 444,3 a 348,1 milioni di euro e un ebitda più che dimezzato da 36,3 a 14,7 milioni, mentre l’esercizio s’è chiuso in perdita per 25,2 milioni rispetto al passivo di 34,3 milioni del 2020. Ancora in negativo anche il risultato netto del bilancio ordinario archiviato con una perdita lievemente calata anno su anno da 51,6 a 42,2 milioni di 51,6 milioni, parzialmente ripianata tramite riserve qualche giorno fa dall’assemblea degli azionisti, che ha riportato a nuovo il passivo restante di 35,3 milioni. Tornando ai numeri del gruppo, che nel 2021 è stato penalizzato anche dall’aumento dei costi di trasporto dal Far East (principale fonte di approvvigionamento dei prodotti), l’unica nota positiva arriva dalla posizione finanziaria netta a debito che è scesa anno su anno da 186,6 a 158 milioni al lordo dell’effetto dell’applicazione del principio contabile Ifrs 16, mentre al netto di questo la pfn sarebbe scesa a 117,6 milioni, essendosi generato nel 2021 un flusso finanziario positivo per 30,3 milioni. La relazione sulla gestione ricorda che in considerazione di ciò Giochi Preziosi non ha potuto rispettare i covenants previsti dai finanziamenti bancari (erogati da BancoBpm, Intesa Sanpaolo e Unicredit), ma gli istituti di credito nello scorso aprile hanno concesso i waiver richiesti. L’azienda è controllata da G.P. srl (88,22%), E.P. Preziosi Participations srl (11,72%) e Maria Pia Trentuno col residuo 0,06%: l’intero capitale di Giochi Preziosi è in pegno alle banche creditrici.