Il Fisco colpisce Ravani Acciai.
La stretta del Fisco mette alle corde Ravani Acciai, azienda ferrarese di distribuzione di prodotti in acciaio inossidabile e annovera fra i suoi clienti figura il colosso tedesco Thyssen Krupp. Qualche giorno fa, infatti, accogliendo il ricorso presentato per conto della società dall’avvocato Nicola Soldati, Anna Ghedini giudice delegato del tribunale di Ferrara ha nominato Raffaella Margotti e Valter Bignozzi commissari della Ravani Acciai ammessa al procedimento unitario di composizione della crisi. L’azienda, fondata nel 1974 da Albersano Ravani e di cui oggi il figlio Sauro col 70% del capitale è amministratore unico, presentava a fine 2021 un attivo patrimoniale di 40,8 milioni di euro e ricavi per 39,8 milioni ma la situazione patrimoniale allo scorso novembre evidenziava debiti per 31,2 milioni. Il ricorso spiega che nel 2020 la società aveva negoziato con le sette banche creditrici un rescheduling del debito, ma a ottobre scorso si è aperto “un vero e proprio stato di crisi” con la notifica da parte della Guardia di Finanza che contesta “una serie di operazioni di supposta frode” nel periodo 2015-2020, seguita da tre accertamenti dell’Agenzia delle Entrate pervenuti lo scorso dicembre. Tutto ciò ha fatto scattare la clausola del contratto a suo tempo stipulato con le banche creditrici quando si fosse verificato “un evento pregiudizievole” e i creditori hanno così chiuso i rubinetti, rendendo impossibile la prosecuzione dell’attività. Per garantire il piano concordatario Ravani Acciai ha stipulato un contratto d’affitto del ramo d’azienda con la Sp di Edmondo Pizzigati per 42 mesi ad un canone annuo di 190mila euro, con un obbligo d’acquisto al prezzo predefinito di 2,8 milioni.