Casavo manda a casa.
“Imprenditore dell’anno” e prossimo “unicorno”, cioè società che vale almeno 1 miliardo di euro. Si tratta della Casavo guidata da Giorgio Tinacci, che a novembre scorso ha vinto nella categoria “Future Unicorn” del Premio EY “L’imprenditore dell’Anno 2022”. E come se non bastasse poche settimane prima la testata Sifted (sponsorizzata dalFinancial Times) diceva che la startup italiana più vicina al traguardo del miliardo sarebbe proprio Casavo. La creatura di Tinacci è una “proptech” specializzata nella compravendita di immobili che permette di rendere più liquido questo mercato e che secondo Sifted avrebbe raggiunto una valutazione da oltre 500 milioni.
E ora che succede? Casavo ha appena annunciato l’intenzione di licenziare il 30% della propria forza lavoro (circa 450 dipendenti), affermando che si troverà ad affrontare una fase complessa per le difficoltà del mercato residenziale e dei capitali. Fondata nel 2017 daTinacci, che ricopre anche la posizione di amministratore delegato, Casavo a luglio scorso aveva annunciato un importante raccolta di capitale da 400 milioni (100 in equity e 300 a debito) guidato dalla Exor di John Elkann con la partecipazione di Neva SGR del gruppo Intesa Sanpaolo e più di recente anche Unicredit aveva investito 10 milioni. Ma a scorrere la lista dei soci di Casavo non mancano altri nomi eccellenti: se Tinacci ha l’8,5% fra gli azionisti oltre a molti fondi italiani ed esteri figurano Marco Pescarmona di MutuiOnLine, Marco Drago numero uno del gruppo De Agostini e i fratelli Aldo e Beppe Fumagalli già proprietari della Candy.
In un messaggio ai dipendenti Tinacci ha affermato che i mercati residenziali “dovrebbero attraversare un ciclo al ribasso a causa dell’aumento dei tassi di interesse e del più ampio contesto inflazionistico” e quindi Casavo non può “escludere la possibilità di volumi ridotti, cicli di vendita più lunghi e prezzi potenzialmente in calo”. Inoltre, i mercati dei capitali azionari per le società tech ad alta crescita sono in una fase di “reset”, con valutazioni drasticamente diminuite e investitori estremamente cauti. Di conseguenza, “sarebbe irresponsabile fare affidamento su ulteriori finanziamenti esterni a breve termine – ha spiegato – Ciò implica la necessità di raggiungere l’autosostenibilità finanziaria il prima possibile”. Anche licenziando, quindi.
Ma cosa dicono i numeri di bilancio di Casavo? L’ultimo rendiconto disponibile è quello consolidato del 2021 che evidenzia ricavi cresciuti a 160 milioni dai 66,1 milioni dell’anno prima. Ma le perdite sono salite da 18,3 a 26,1 milioni che si sommano ai 23,3 milioni di rosso accumulato nei quattro anni precedenti. Sicuri che Casavo diventerà unicorno?