Chi dice no agli stipendi di Messina & C.

Gli stipendi ai vertici di Intesa Sanpaolo guidata dall’amministratore delegato Carlo Messina piacciono sempre meno ai grandi fondi internazionali. Lo si scopre leggendo nel dettaglio il verbale dell’assemblea degli azionisti della banca svoltasi lo scorso 28 aprile. Infatti il punto 2 all’ordine del giorno consistente in tre sottopunti (Politiche di remunerazione e incentivazione per il 2023, Informativa sui compensi corrisposti nel 2022 e Sistema di incentivazione annuale 2023 basato su strumenti finanziari) ha registrato una percentuale di voti favorevoli decisamente ridotta rispetto a quella dello scorso anno. In particolare il primo punto relativo agli stipendi previsti quest’anno (tra fisso e bonus variabile) ha ricevuto l’approvazione del 50,54% del capitale (erano presenti soci per il 57,38% del capitale) rispetto al 54,3% del 2022 (quando presenziò il 56,01% del capitale) tanto che la quota di capitale di voti contrari è salita anno su anno dall’1,56% al 5,46% e anche gli astenuti sono progrediti dallo 0,13% all’1,38%. Contrari molti fondi esteri targati Aviva, Dws, Hsbc, Legal and General, Nordea, Robeco, State Street e Ubs. Tra gli astenuti spicca l’italiana Fondazione Enasarco con 13,3 milioni di titoli.