Affari vecchi e nuovi della Dogaressa.
La “Dogaressa” dello scandalo Mose si reinventa nel business del benessere erboristico. Claudia Minutillo, già potente segretaria dell’ex governatore della Regione Veneto Giancarlo Galan, che inguaiato e fatto arrestare con una serie di dichiarazioni su presunte tangenti che il politico ed ex ministro di Forza Italia avrebbe incassato da alcuni imprenditori, poche settimane fa è entrata nel consiglio d’amministrazione della Baum des lebens. La newco, il cui nome è la traduzione tedesca di “albero della vita” è stata costituita a Firenze davanti al notaio Gabriele Carresi da Carla Ranini e Fausto Falcinelli, in quanto amministratore unico della Amandatour.
La società, partita con un capitale di 100.00 euro di cui Amandator ha l’80%, ha per oggetto la “produzione, import-export, rappresentanza e commercio di prodotti cosmetici, farmaceutici, articoli da toilette e profumeria, materie prime ad uso cosmetico e derivati naturali in genere, erbe e generi erboristici, nonché l’attività agricola finalizzata alla produzione e lavorazione di piante officinali”.
Falcinelli è una vecchia conoscenza della Minutillo: la donna, infatti, è stata azionista della Amanda srl poi confluita in Amandatour, nota agenzia di viaggi, e quell’operazione l’ha portata a possedere il 10% della società oggi controllante la Baum des lebens.
Omeopatia a parte, il vero affare, comunque, la Minutillo l’ha fatto nel 2013 quando ha ceduto il suo ultimo minipacchetto dello 0,58% di Adria Infrastrutture, società che negli anni scorsi ha ottenuto fior di lavori dalla Regione Veneto ed è controllata dalla Mantovani, azienda di costruzioni già guidata da Piergiorgio Baita, pure lui arrestato e pure lui grande accusatore di Galan assieme a Carlo Mazzacurati, ex numero uno del Consorzio Venezia Nuova. A chi la Dogaressa ha venduto quello 0,58% non è dato sapere. Si sa invece che s’è messa in tasca una plusvalenza di oltre 2 milioni di euro, puntualmente a bilancio della sua Investimenti srl, poi messa in liquidazione.
Forse da qui vengono le risorse per comprarsi i “cappotti da 18.000 euro” denunciati da Galan, invece, come frutto delle tangenti che la sua ex segretaria avrebbe trattenuto all’insaputa del “Doge”…