A CityLife abitano le perdite.
Oggi partono i lavori di costruzione della terza torre del progetto CityLife a Milano progettata dall’archistar Daniel Libeskind, ma non sono ancora entusiasmanti i dati di vendita degli appartamenti di lusso offerti dalla società controllata da Generali Properties che si occupa della riqualifica dell’ex Fiera Campionaria di Milano.
Il bilancio 2015, che ha visto la successiva nomina a presidente di Giovanni Giuliani, vicepresidente di Generali Real Estate al posto di Christian Delaire, chiuso con una perdita di 14,2 milioni di euro, riportata a nuovo, dopo che l’anno precedente aveva accusato un disavanzo di 21,4 milioni, registrava a fine dell’esercizio la disponibilità in capo alla società ancora di 154 unità abitative sulle 536 realizzate. Il margine operativo lordo è scivolato da 25,3 a 14,4 milioni e il risultato operativo lordo si è contratto da 11 a 1,5 milioni.
Anno su anno è diminuito pure il volume d’affari da 186 a 170 milioni, con un valore totale degli appartamenti venduti a fine 2015 pari a 477 milioni. Eppure il 2015 della società guidata da Armando Borghi, che ha debiti verso banche per 226 milioni, è stato un anno importante visto il completamento del grattacielo Isozaki, oggi Torre Allianz e l’apporto di due palazzine residenziali (con immobili locati per oltre il 90%) al fondo immobiliare chiuso Mascagni gestito da Generali Real Estate Sgr.