La volpe Poretti e il pollaio Sole.

La volpe a guardia del pollaio. Così si potrebbe definire una figura come quella del commercialista Stefano Poretti che occupa un ruolo molto importante nello scandalo giudiziario e finanziario de “Il Sole 24 Ore” e delle false copie digitali che ha portato ad indagare per false comunicazioni sociali l’ex presidente Benito Benedini, l’ex ad. Donatella Treu e Roberto Napoletano, da ieri ex direttore del quotidiano di Confindustria. Poretti, romano, classe 1965, ha uno studio importante in via dell’Annunciata a Milano e compare nel decreto di perquisizione firmato lo scorso 9 marzo dal pm Fabio de Pasquale.

In esso si afferma che non solo Poretti è “socio occulto” della famosa società inglese Di Source Ltd con cui Il Sole firmò il disgraziato contratto di vendita di copie digitali che ha arrecato un danno patrimoniale di oltre 3 milioni di euro al quotidiano, ma che poi presso lo studio dello stesso commercialista hanno sede Fda srl, Oike srl (di Poretti), Adige Immobiliare srl (di Giuseppe Quintarelli, già responsabile area digital del quotidiano) e Digifashion srl (di cui è azionista Giovanni Quintarelli, fratello di Giuseppe), quattro veicoli ai quali Di Source ha rigirato parte dei proventi a titolo di dividendo a fronte di “remunerazioni di prestazioni mai in realtà effettuate”.

La cosa incredibile è che Poretti era di casa al quotidiano di Confindustria dove non era schermato solo dalla sua attività di commercialista e socio di Di Source. Infatti Poretti già nel 2014 è stato nominato sindaco di Ticket 24 srl e Il Sole 24 Ore Trading Network spa e due anni dopo sindaco di Backtowork 24 srl; tre veicoli interamente detenuti dalla quotata. Che evidentemente ha fiuto nello scegliere i suoi controllori…

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