La sbandata della Artoni.
Per Confindustria sono tempi amari. Oltre alla crisi pesante de “Il Sole 24 Ore”, una esponente di spicco dell’associazione degli imprenditori finisce nel cono d’ombra: è la reggiana Annamaria Artoni, presidente dei giovani di Confindustria dal 2002 al 2005 e poi presidente dell’associazione locale. Qualche giorno fa, infatti, la holding Artoni Group, fondata nel 1933 a Guastalla, ha ottenuto dal tribunale di Reggio Emilia l’ammissione al concordato preventivo con riserva, con Graziano Ciarlini nominato commissario. Artoni Group è controllata per il 50,45% dei diritti di voto da Luigi Artoni, padre di Annamaria che è amministratore unico oltre che azionista. La holding controlla Artoni Trasporti e Artoni Logistics e la crisi societaria si riflette nel prospetto contabile allegato alla domanda di concordato, presentata dall’avvocato Massimo Zappalà, ove fra 2013 e 2015 pur in presenza di un fatturato pressoché stabile a 8 milioni di euro, a fine del 2015 si registrava una pesante svalutazione delle immobilizzazioni, cristallizzata in una maxiperdita di 56,3 milioni di euro, writeoff dovuto “alla improvvisa e inaspettata interruzione della trattativa con Fercam”, basata a Bolzano, multinazionale leader in Italia nel settore trasporti e logistica. La perdita del 2015 ha così portato il patrimonio netto in territorio negativo per 42,2 milioni.
Tuttavia il ricorso indica che sia la rediviva Fercam sia Af Logistics, altro importante operatore del settore che opera con la sigla Zust Ambrosetti, hanno presentato la prima un’offerta di affitto di soli 14 rami d’azienda su 39 di Artoni Trasporti (dove lavorano 136 addetti) e la seconda una proposta di affitto di ramo d’azienda Artoni Logistics. Due ancore di salvezza che hanno bisogno di protezione da iniziative dei creditori: di qui la richiesta di concordato su cui dovrà esprimersi il tribunale reggiano. La proposta di concordato prevede il pagamento integrale dei creditori privilegiati, mentre i creditori chirografari sarebbero rimborsati al 20%. I soldi per pagare i creditori arriverebbero essenzialmente dalla vendita del patrimonio immobiliare del gruppo Artoni: 16 stabili, posseduti parte in proprietà e parte in leasing. Nel dettaglio il contratto con Fercam è stato già perfezionata a Bolzano lo scorso 27 marzo davanti al notaio Elio Villa dalla stessa Artoni e da Thomas Baumgartner, presidente del gruppo altoatesino: l’affitto vale 80mila di euro per un anno al termine del quale Fercam comprerà i rami d’azienda per il corrispettivo di 1,5 milioni. Fin qui Artoni Trasporti, che dunque può considerarsi solo parzialmente salva, mentre su Artoni Logistica è piombata la sentenza di fallimento di qualche giorno fa, emessa sempre dal tribunale reggiano.