Scaroni, i mattoni e il Milan.

Al di là del ruolo pesante che ha giocato nella vendita del Milan del suo amico Silvio Berlusconi, Paolo Scaroni, ex ceo di Eni e oggi vicepresidente della banca d’affari Rothschild, trova modo di occuparsi in Italia anche di affari di famigli e di mattoni. Nelle scorse settimane, infatti, il manager di origini vicentine è diventato il secondo azionista della newco FCapital di cui amministratore unico è Eugenio Radice Fossati Confalonieri, genero di Scaroni, e timoniere di Namira Sgr, società di gestione di fondi immobiliari. La newco, di cui Scaroni detiene il 14,37% e che vede come primo socio col 43,1% la Finsev (holding della nota famiglia di commercialisti Severgnini, che hanno costituito il trust di Scaroni), è nata davanti al notaio Fabio Gaspare Pantè come controllata interamente da Namira Sgr, quale società di gestione del fondo Namira Due. La Sgr, attraverso un aumento di capitale da 10mila a 20mila euro con  un sovrapprezzo di 6,4 milioni di euro, decidendo di liquidare il patrimonio del fondo, lo ha conferito nella newco assegnando poi pro-quota le azioni ai singoli sottoscrittori. FCapital è così entrata in possesso di un ricco complesso sito all’interno del Palazzo dei Congressi di Assago, alle porte di Milano, comprendente fra l’altro una galleria commerciale che ospita una filiale di Ubi Banca, che aveva erogato un mutuo al fondo per l’acquisto dell’unità immobiliare. Il complesso è stato valutato in 15,3 milioni dall’esperto indipendente Euroconsultancy e in 12,6 milioni da Adriano Garletti, nominato dalla Sgr quale perito.

Per ciò che riguarda il Milan, invece, Scaroni ha giocato molte parti in commedia. La Rothschild, guidata in Italia dal suo grande amico e socio in affari Alessandro Daffina, è stata advisor del compratore Yonghong Li; ma Scaroni è stato anche il méntore della decisiva entrata in campo del finanziere ebreo Paul Elliott Singer, che ha finanziato il tycoon cinese, e per conto del quale entra nel board del nuovo Milan asiatico. E’ molti probabile, però, che Scaroni sia il regista occulto anche dell’altro finanziatore, in fondo Blue Skyie di Salvatore Cerchione e Gianluca d’Avanzo. Il fondo, infatti, è stato protagonista di due investimenti in quel di Venezia dove Scaroni vanta ottimi agganci, a partire dal suo amico, Alvise Alverà, patrizio della Laguna con cui aveva costituito una società per investire, guarda caso, assieme a Singer. I due investimenti veneziani di Blue Skiye sono nel famoso Harry’s Bar di Arrigo Cipriani e nell’Hotel Bauer di Francesca Bortolotto.