Zaleski non svaluta, ma litiga col Fisco.
Niente più svalutazioni sulla Carlo Tassara per Romain Zaleski, ma il conto delle perdite pregresse è ancora salato. Qualche giorno fa, infatti, si è riunita l’assemblea di Argepa, cassaforte di famiglia di cui il finanziere franco-polacco è azionista tramite la lussemburghese Astelia, coi figli Konstantin e Wladimir e la moglie Hélène de Prittwitz, oltre a quote detenute da Mario Cocchi, uomo di fiducia di Zaleski, e ha deciso di ridurre il capitale da 53,5 a 22,4 milioni di euro per ripianare la perdita di 31,9 milioni del precedente esercizio chiuso a settembre del 2015, passivo che per il restante è stato coperto anche attingendo parzialmente alle riserve.
Ciò detto, e confermato il consiglio d’amministrazione presieduto da Anna Maria Tassara, il bilancio al settembre dello scorso anno è stato approvato evidenziando un minutile di circa 3mila euro e ciò perché la quota del 41% nella Carlo Tassara, svalutata di 31,2 milioni nel precedente esercizio, è stata questa volta mantenuta in carico a 22,6 milioni. Questo in considerazione del fatto, spiega la nota integrativa, che nel corso del 2016 la holding guidata da Pietro Modiano, col supporto delle banche creditrici, ha venduto anche le ultime partecipazioni (in Erimat e Comilog) completando quindi, secondo i tempi concordati, il percorso di dismissioni.
La nota integrativa spiega poi che la società ha ricevuto accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate in quanto beneficiaria della scissione della precedente lussemburghese Argepa, avvenuta nel 2008. Gli avvisi riguardavano gli esercizi 2006, 2007 e 2008: nelle sentenze riguardanti il primo biennio la Commissione Tributaria ha dato torto alla società che non ha ancora versate i 10 milioni dovuti, tanto che Equitalia ha proceduto al pignoramento di crediti presso Unione Fiduciaria e Banca di Valle Camonica.