Branca, un amaro dolcissimo.
Pur in un anno ancora difficile per il mercato dei liquori che ha segnato in Italia nel 2017 cali per brandy e grappe (rispettivamente -5,4% e -2,5%) a fronte di aumenti per amari e aperitivi alcolici (rispettivamente +5,1% e +1,6%) un incremento dei volumi di vendita di appena lo 0,4% sui 12 mesi precedenti, la famiglia Branca, proprietaria del famoso “Fernet”, è riuscita a buoni risultati a livello civilistico perché la holding Branca International (BI) ha chiuso l’esercizio con un utile di 55,8 milioni rispetto ai quasi 84 milioni dell’esercizio precedente, ma agli azionisti si sono visti confermare il dividendo di 7,7 milioni destinando a riserva il restante. Nella relazione sulla gestione il presidente Niccolò Branca spiega che il superprofitto è stato “determinato prevalentemente dall’incasso del dividendo di 54,3 milioni pervenuto dalla controllata argentina Fratelli Branca Destilerias”, cui si sono aggiunti 4,5 milioni dai restanti investimenti finanziari. La cedola argentina, che nel 2016 aveva avuto natura straordinaria di 83 milioni, ha continuato ad essere percepita tramite la principale subholding industriale Fratelli Branca Distillerie mentre il business nel paese sudamericano è stato interessato anche da una semplificazione delle attività immobiliari mediante la fusione di Exabel e Branca Real Estate Argentina.
Per contro il risultato consolidato è lievemente migliorato anno su anno da 67,2 a 68,8 milioni a fronte di ricavi per 364,6 milioni, in crescita del 12% circa sul 2016. Nel dettaglio il fatturato di Fratelli Branca Distillerie è stato di 93,5 milioni (+5,5% sul 2016) con un risultato netto migliorato del 28% a 72 milioni; mentre i ricavi di Fratelli Branca Destilerias sono stati di 198,2 milioni rispetto ai 201 milioni dell’anno prima e l’utile è diminuito da 71 a 57,8 milioni. Con investimenti per oltre 9 milioni finanziati esclusivamente grazie a mezzi propri, BI ha visto la liquidità netta progredire anno su anno da 377 a 460 milioni, investita per il 55% tramite portafogli amministrati contenenti diverse tipologie di asset class e per il restante 45% attraverso gestioni patrimoniali. Il risultato della gestione finanziaria al lordo della componente del cambio è stato positivo per 4 milioni (15,1 milioni nel 2016), registrando così un rendimento medio annuo dell’1%; mentre al netto delle rettifiche di valore e dell’effetto cambio euro/peso argentino è passato in negativo per 6,6 milioni rispetto ai +5,1 milioni dell’anno prima. Il portafoglio di asset finanziari ha un controvalore di 281,2 milioni, concentrato per 157,5 milioni in obbligazioni, 43,3 milioni in fondi bilanciati e flessibili, 23,4 milioni in azioni e 14,6 milioni in hedge fund.