Confindustria, controriforma in vista.
Sarà un Consiglio Generale “caldo” quello di domani di Confindustria. Il lavoro dei 13 saggi, presieduti da Antonella Mansi, si è concluso: tutto è pronto per “riformare” la riforma Pesenti di Confindustria secondo le nuove logiche scaturite dalle elezioni. Si tratta di una serie di modifiche allo statuto dell’associazione degli industriali presieduta da Vincenzo Boccia, che fu approvato nel giugno del 2014 e che ha visto alla fine dello scorso anno il Consiglio Generale dare mandato al comitato presieduto dalla Mansi per “implementare” alcuni punti dello statuto.
Di fatto se non è una controriforma, poco ci manca, anche se le 47 pagine del documento parlano di una “risposta pragmatica che interpreta l’ascolto dei soci”. Si chiede anzitutto di cambiare l’articolo 11 che riguarda alcuni meccanismi di elezione del presidente e poi l’articolo 10 per allargare la squadra di presidenza dai 6 vicepresidenti attuali a 10 membri. Il comitato guidato dalla Mansi vuole poi cambiare gli articoli 16 e 24 dello statuto per allargare ancor di più il già largo Consiglio Generale dove entravano, secondo la riforma Pesenti solo i presidenti di quelle Confindustrie regionali a cui spettava per statuto. Ora invece “dentro tutti”: al Consiglio Generale parteciperanno tutti i presidenti, finora esclusi, delle Confindustrie regionali, sia pure senza diritto di voto. Il comitato Mansi, poi, prevede che l’Advisory Board del presidente dell’associazione di Viale dell’Astronomia si allarghi fino a 30 componenti e che il vicepresidente per i temi organizzativi (attualmente la Mansi) possa istituire un “comitato di coordinamento organizzativo” con un massimo di 15 componenti. Infine altre modifiche sostanziali riguardano l’articolo 17 dello statuto, che se passeranno ampieranno i già ampi poteri del direttore generale di Confindustria Marcella Panucci, rendendo di fatto “monocratica” quella carica. E che avrà poteri da vera zarina anche sul Centro Studi…