Mps, Sansedoni in concordato.
Marianna Serrao, giudice delegato del tribunale di Siena, ha nominato Giancarlo D’Avanzo commissario di Sansedoni Siena, società immobiliare appena ammessa alla procedura di concordato con riserva, controllata dalla Fondazione Mps con il 67% del capitale e partecipata da Banca Mps con il 22% e Unieco con l’11%. Il tribunale ha quindi accolto il ricorso presentato per conto della società, presieduta da Fabrizio Di Lazzaro, dagli avvocati Giulia Battaglia, Marco Amoruso, Flavia Melillo e Antonio Coppola. Sansedoni Siena è stata costretta a chiedere il concordato a causa della grave situazione finanziaria dimostrata dalla chiusura del bilancio 2017 con 91,3 milioni euro di perdite, un patrimonio netto negativo per 83,3 milioni e 165 milioni di debiti. Di questi sono 162 milioni quelli riferibili all’esposizione bancaria: la banca maggiormente esposta è Mps per quasi 90 milioni, ma tra le altre sono presenti anche Banco Bpm e Ubi Banca.
Nel ricorso i legali spiegano che dopo il primo accordo di ristrutturazione dei debiti del 2015, che ha incontrato diversi ostacoli, a metà di quest’anno era stato predisposto un nuovo piano 2018-202 che prevedeva la separazione dei rami immobiliare e di servizi mediante costituzione di due newco, e la dismissione di tutti gli asset immobiliari e di tutte le partecipazioni. A fronte di ciò si chiedeva alle banche la conversione in strumenti finanziari partecipativi di 90 milioni di crediti e la proroga al 2022 di tutti i finanziamenti in essere. Ma alcune banche hanno chiesto ai soci di intervenire nella manovra finanziaria per ridurre la componente di conversione in sfp prevista a carico degli istituti di credito. Nessuno degli azionisti di Sansedoni Siena, però, s’è detto disponibile e ciò ha costretto la società a chiedere la procedura, in attesa di presentare un piano concordatario.