Bolfo, salute d’acciaio.
Risultati in ripresa per i business di Bruno Bolfo. E’ stato infatti appena depositato in Lussemburgo il bilancio consolidato chiuso a settembre scorso di Duferco Participations Holdings (Dph), principale controllata che l’imprenditore detiene attraverso la cassaforte Btb Holding Investments anch’essa basata nel Granducato.
Dph ha archiviato l’esercizio con un utile di 61 milioni di dollari in crescita del 40% sui 44 milioni del bilancio precedente, a fronte di ricavi saliti anno su anno del 20% da 8,7 a 10,4 miliardi e mentre l’indebitamento netto è progredito da 356 a quasi 500 milioni, la liquidità è tuttavia rimasta elevata a 190 milioni. Sul totale di attivo di 2,5 miliardi, i profitti sono derivati per 35 milioni dal settore energia attraverso l’inglese Grafton e la brasiliana Matrix Energy Trading, per 6,6 milioni dallo shipping della jointventure Nova Marine Holding, per 5 milioni dalla produzione e vendita di acciaio con l’italiana Duferdofin Nucor, la francese Morel Group e la danese Duferco Danish Steel e per 17,3 milioni dalla quota in Duferco International Trading Holding.
Nel nostro paese Duferdofin Nucor, jointventure al 50% tra Bolfo e Nucor Corporation, presieduta da Antonio Gozzi, occupa circa 740 addetti e controlla due operative (Travi e Profilati di Pallanzeno e Acofer Prodotti Siderurgici) primario punto di riferimento in Italia, Europa e Nord Africa per la produzione di travi e di laminati lunghi. A giugno scorso i ricavi sono aumentati anno su anno da 463,7 a 560 milioni di euro, a fronte di 927mila tonnellate di acciaio vendute rispetto alle 907mila dell’anno prima e grazie ad un aumento di circa il 20% dei prezzi medi di vendita. L’ebitda è progredito da 20,9 a 26 milioni e l’ebit da 4,2 a 8,4 milioni e tutto ciò si è riflesso nell’ultima riga del bilancio che ha visto l’utile raddoppiare da 1 a 2 milioni dopo ammortamenti per 17,7 milioni.