Finchimica in concordato.

Carlo Pagliughi è stato nominato commissario di Finchimica da Guendalina Pascale, giudice delegato del tribunale di Milano che ha ammesso l’azienda al concordato con riserva di presentazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti, nonostante la procura meneghina avesse precedentemente inoltrato richiesta di fallimento. Finchimica è nata nel 1975: controllata da Bruno Rotondi all’85,7%, ha avuto negli scorsi anni una forte espansione nel farmaceutico, acquisendo numerose rappresentanze in Italia da aziende italiane e straniere (tra cui la spagnola Ercros) per nuovi prodotti e attraverso la controllata Ici, rilevata nel 1996 e da poche settimane ammessa al concordato in continuità, ha sviluppato know-hgow nei processi chimici e biologici per la produzione di molecole antibiotiche e chemioterapiche.

Le origini della crisi – spiega il ricorso presentato al tribunale – sono da ricondursi al fatto che sebbene gli investimenti in Ici abbiano consentito di assicurarsi prospettive di crescita nel medio-lungo termine, nell’immediato la società ha incrementato i costi fissi e l’indebitamento. Il “colpo di grazia” è stato dato poi nel 2014 da un’ispezione Aifa alle strutture produttive di Ici che ne ha determinato il fermo fino a metà dell’anno successivo. Dal 2017 il management ha avviato un processo di risanamento che contempla una ristrutturazione dell’indebitamento mediante la procedura concordataria, tenuto conto che Finchimica possiede immobili per 2 milioni e ha in essere un contratto con Primm che scade nel 2028 per la produzione di triptoshpere che garantisce un acquisto minimo annuale per un controvalore di 1,8 milioni con un margine di 500mila euro. Nel frattempo sono in corsi trattative con terzi finalizzate alla cessione di uno o più rami d’azienda e/ all’ingresso di tali soggetti nel capitale di Finchimica.