Tof scivola sul Kazakistan.
Strada in salita per The Organic Factory (Tof), l’innovativa start-up leader europeo nel segmento biologico di olii e lecitine a uso alimentare e proteine a uso zootecnico e dove hanno investito lo scorso anno i fondi Electa Ventures e Ipo Club di Azimut Global Counseling sottoscrivendo dei prestiti obbligazionari. Qualche giorno fa, infatti, il giudice delegato del tribunale di Milano Alida Paluchowski ha ammesso la società al concordato con riserva nominando commissario Alessandro Danovi. Tof nel bilancio a giugno 2018 aveva segnato ricavi per 28 milioni di euro e un utile di 600mia euro, ed è sempre stata guidata dall’amministratore unico Paolo Frigati dalla sua fondazione nel 2014 al maggio dello scorso anno. La società ora presieduta da Enrico Ceccato, è entrata in crisi come spiega il ricorso presentato dall’avvocato Filippo Canepa di Osborne Clarke, quando sono emersi problemi sul “progetto Kazakistan” lanciato da Frigati per approvvigionarsi in quel paese di granaglie biologiche a costi competitivi. Il capoazienda aveva stimato investimenti ad hoc per 1,5 milioni, ma quando nel maggio dello scorso anno a seguito dell’ingresso dei fondi si è insediato il nuovo consiglio d’amministrazione sono emerse criticità visto che il progetto aveva già assorbito risorse per 20 milioni “senza alcun concreto beneficio”. A maggio scorso, poi, il board ha revocato le deleghe a Frigati e l’assemblea lo ha poi revocato per giusta causa. Tof a fronte dell’“enorme assorbimento di risorse” del progetto kazako s’è così trovata in crisi di liquidità e così ha cercato – e ottenuto – la protezione del concordato per presentare il relativo piano e sondare nuovi investitori.
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