Arpe, dolore di Londra.

Matteo Arpe ha attaccato frontalmente Paolo Ainio, presidente e a.d. di ePrice e maggiore azionista col 22,8%, chiedendo che l’assemblea della società del 12 novembre prossimo voti un’azione di responsabilità nei suoi confronti. La vera ragione di questo attacco è perché Arpe, azionista di ePrice col 20,8%, ha qualche serio problema in casa sua. E per rendersene conto basta leggere il bilancio 2018 di Sator Private Equity Fund, il fondo d’investimento basato in Gran Bretagna di cui gestore è Sator Capital Ltd anch’esso basato nel Regno Unito. Il bilancio del fondo viene definito come “strictly confidential”, ma in realtà è allegato al bilancio 2018 della società di gestione, da poco depositato, e quindi è liberalmente consultabile.

Il fondo, istituito nel 2008 come limited partnership e che ha impegni d’investimento fino a 500 milioni di euro, lo scorso anno ha perso 61,1 milioni di euro rispetto all’utile di 8,6 milioni del 2017. Il net asset value è diminuito anno su anno da 193,8 a 145,2 milioni e ciò per le svalutazioni al fair value degli asset gestiti attraverso diversi veicoli lussemburghesi. Che sono, fra le quotate, oltre ePrice, il 62,4% di Banca Profilo e il 15,4% di Aedes Siiq e Restart Siiq e, fra le non quotate, il 65,6% di Extrabanca, l’84% di L’Autre Chose, il 58,4% di Sator Immobiliare sgr, l’86% della banca digitale Tinaba, l’80,8% di News 3.0 (che edita fra l’altro il sito Lettera43) e il 9,2% di 99 Technologies.

In dettaglio, considerando i prezzi di borsa, il fair valute della quota ePrice è sceso anno su anno da 22,7 a 13,6 milioni a fronte di un valore di carico di 23,1 milioni e il controllo di Banca Profilo è diminuito da 101 a 68 milioni, rispetto agli 89 milioni di prezzo di carico. Nella relazione sulla gestione Rishi Ramanah, director del fondo, sottolinea però che le quotazioni borsistiche “non riflettono la visione dei manager circa il reale valore economico degli investimenti, soprattutto in Banca Profilo e Aedes”.