Fallita Smim Impianti.
Due anni di concordato non hanno salvato Smim Impianti che per oltre mezzo secolo è stata una delle aziende leader in Europa per la progettazione, fabbricazione, costruzione e manutenzione delle attrezzature statiche a pressione. Qualche giorno fa, infatti, Vincenza Agnese, giudice delegato del tribunale di Milano ha nominato Barbara Pravettoni curatore della società, di cui è stato dichiarato il fallimento convocando i creditori il prossimo 22 aprile per l’esame dello stato passivo. Smim Impianti, nata a Genova nel 1960 per opera di Giancarlo Barbieri, prima basata a Palermo e poi trasferitasi a Milano aveva ottenuto il concordato con riserva nel 2017. L’azienda aveva come grande cliente l’Eni tanto che a Gela, storico sito di raffinazione del gruppo petrolifero, aveva uno stabilimento di 50mila mq e ad Eni aveva fornito le principali apparecchiature a pressione, lavorando anche per la major venezuelana Pdvsa. Ma prima la chiusura nel 2014 della raffineria di Gela e poi la crisi del settore petrolifero del 2016-2017 avevano obbligato la società a fare ricorso alla cig e successivamente a chiedere il concordato anche perché Pdvsa non aveva pagato parte di una commessa. A fine 2018 Smim Impianti aveva accumulato perdite per 15 milioni di euro e il patrimonio netto era negativo per 2,6 milioni. Il 29 febbraio scorso è arrivato un altro colpo perché il tribunale di Genova ha disposto il sequestro di beni della società per ipotesi di reati di omessi versamenti all’Erario. La società aveva fatto ricorso vincendo in Cassazione e preparava la liquidazione, ma è intervenuto il giudice decretando il fallimento.