Il virus mette all’angolo Alfatherm.
Il coronavirus fa un’altra vittima nel tessuto imprenditoriale lombardo. Qualche giorno fa, infatti, Elisa Tosi giudice del tribunale di Busto Arsizio ha nominato Piero Canevelli e Oliviero Tessa commissari della Alfatherm di Gorla Minore (Varese), leader nella produzione di foglie in pvc rigido, semi rigido e plastificato che è stata ammessa al concordato con riserva. La domanda di procedura era stata varata da un consiglio d’amministrazione del 7 aprile scorso guidato dal presidente Francesco Trovato che ha spiegato come il blocco economico conseguente al Covid-19 “ha coinvolto sia i clienti sia i fornitori, inducendo a ritenere altamente improbabile il rispetto delle previsioni del piano industriale 2020-2024”. Inoltre “la domanda di mercato nel 2019 è stata più bassa e incerta” e s’è aggiunta alla critica situazione finanziaria, portandola sull’orlo del distress. Alla luce di ciò il board aveva nominato Fante Advisory come consulente finanziario e lo studio Delfino & Associati Willkie Farr e Gallagher come consulente legale. Di qui la necessità di avviare, sotto l’ombrello del concordato, un paino di ristrutturazione preservando la continuità del business. Alfatherm, controllata dalla lussemburghese Alfamito, vede l’intero capitale in pegno alle banche creditrici, BancoBpm ed Intesa Sanpaolo. Il gruppo, che opera con due filiali in Spagna e Usa e oltre 300 addetti, ha chiuso l’ultimo bilancio consolidato disponibile (2018) con ricavi in calo a 77 milioni di euro (86 milioni l’anno prima), una perdita di 11 milioni e una posizione finanziaria netta a debito per 25 milioni. A giugno dello scorso anno le banche avevano concesso ulteriore credito per 2 milioni e a gennaio scorso Alfamito aveva immesso risorse per 5,5 milioni: ma l’impatto della pandemia ha innescato la crisi, sfociata nel concordato.