Fininvest, stanco private equity.

Non sono un grande affare gli investimenti in private equity e venture capital fatti da Fininvest. Lo si scopre leggendo il bilancio 2019 di Isim (acronimo di Italiana Sviluppo e Investimenti Mobiliari) presieduta da Danilo Pellegrino, amministratore delegato della holding della famiglia Berlusconi e guidata dall’amministratore delegato Alberto Carletti, direttore finanziario della stessa Fininvest. L’esercizio si è chiuso con un utile di 447mila euro più che dimezzato rispetto a quello di oltre 1,6 milioni dell’esercizio precedente.
Isim ha un totale di attivo di 20,8 milioni costituito da quote per 13,1 milioni e crediti per 7,2 milioni. Nel portafoglio figurano oltre a piccole quote nelle spac Icf, Gabelli e Guala Closures l’1,5% di 21 Centrale Partners, emanazione della società guidata da Alessandro Benetton e l’1,7% e all’1,4% dei fondi 21 Investimenti II e III. Compaiono poi il 10% di Ape, l’1,2% di Avm Private Equity, lo 0,99% di Equinox, il 10,5% di Perennius Global Value e il 6,6% di Perennius Asia Pacific. Questi ultimi due sono due fondi emanazione della Praesidium Sgr guidata da Alessandro Poli figlio di Roberto, fra l’altro consigliere di Fininvest e Mondadori. Tra gli attivi anche il 3,6% del fondo Tlcom Capital e il 2,5% del Jerusalem Venture Partners IV.
Isim detiene poi, considerando i piani di stock option, il 5,1% della società di fintech Soldo fondata da Carlo Gualandri che avrà un valore di circa 11,65 milioni a fronte di un prezzo di carico di 3,9 milioni. La relazione sulla gestione sottolinea inoltre che a fine 2019 il valore complessivo del portafoglio titoli era di circa 6 milioni a fronte di un net asset value complessivo di 13,4 milioni.