Radici prudenti.
Utile in tenuta ma prudenza patrimoniale per i tre fratelli Angelo, Maurizio e Paolo Radici, imprenditori bergamaschi figli di Gianni scomparso qualche anno fa guidano un gruppo con oltre 3mila addetti specializzato nel business chimico e plastico che ha oltrepassato la soglia del miliardo di euro di ricavi. Lo attesta il bilancio ordinario 2019 dell’accomandita Radicifin presieduta da Angelo che vede i tre fratelli presenti come accomandatari attraverso i loro rispettivi veicoli (Angelo Radici Partecipazioni srl, Maurizio Radici Partecipazioni srl e Paolo Radici Partecipazioni srl) e che evidenzia un profitto di 23,7 milioni rispetto a quello di 24,6 milioni dell’esercizio precedente, mandato tutto a riserva e che ha fatto salire il patrimonio netto a 140 milioni.
E’ probabile che la prudenza patrimoniale dei Radici sia legata non solo alla pandemia ma anche ai numeri del consolidato Radicifin che mostrano un gruppo certamente solido, ma in fase di rallentamento. Infatti sono calati anno su anno i ricavi (da 1,1 miliardi a un miliardo), l’ebitda (da 184 a 164 milioni), l’ebit (da 138 a 118,8 milioni) e conseguentemente anche l’utile netto da 94,7 a 78,7 milioni. Nel dettaglio i ricavi della business area Specialty chemical sono diminuiti anno su anno da 471 a 414 milioni, quelli della Syntethic fibres & Non wovens da 446,7 a 400 milioni e quelli della High Performance Polymers da 405,8 a 393 milioni. La relazione sulla gestione sottolinea che quest’anno il gruppo è salito al 51% di Radici Plastics France e ha acquisito Zeta Polimeri mentre la società nel febbraio scorso ha ricevuto un’ispezione dell’Agenzia delle Entrate per verificare Ires, Irap e Iva relative all’esercizio 2017. Infine qualche settimana fa i Radici hanno consegnato all’opas Intesa Sanpaolo i 12 milioni di titoli Ubi Banca che possedevano tramite Radicifin, la controllata Quattro Luglio e a titolo personale.