Brugnaro: i miei Pili valgono 70 milioni di più.

L’area immobiliare veneziana dei “Pili”, oggetto di molte recenti forti accuse di conflitto d’interessi mosse da diverse forze politiche a Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia e co-fondatore con Giovanni Toti di “Coraggio Italia”, vale almeno 70 milioni di euro in più secondo lo stesso proprietario. La dimostrazione che l’area in oggetto ha un apprezzamento potenziale del suo valore del 366% alla luce dei progetti di sviluppo della stessa area contenuti nel Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (PUMS) varato dalla stessa giunta Brugnaro, è contenuta alle pagine 26-27 del bilancio consolidato 2020, da poco approvato, della Lb Holding, che fa capo al “blind trust” varato da Brugnaro quando scese in politica nel 2017 per separare i suoi interessi economici, anche qui non senza polemiche visto che sia il consiglio d’amministrazione sia il collegio sindacale di Lb Holding sono tutti composti da figure vicine al primo cittadino della Serenissima.

Ciò detto, la voce del bilancio è quella che riguarda le “immobilizzazioni materiali”: sono fabbricati e terreni che a fine del 2019 aveva un valore di 86,3 milioni salito a 158,7 milioni a fine dello scorso anno. Al netto degli ammortamenti la stessa voce è passata da 64,8 a quasi 149 milioni. Perché questo miglioramento di oltre il 360%? La nota integrativa spiega che Lb Holding controlla la Veneto Immobiliare che a sua vola controlla due società immobiliari, la Porta di Venezia Spa al 93,9% e la Salviati srl. Ma mentre la seconda possiede solo un immobile a Murano, la prima è quella fortunata perché come già spiegava il bilancio 2019 è proprietaria dei terreni dell’immobile “Isolotti Lagunari” a Venezia, località Forte Marghera, zona Pili, acquistati negli anni scorsi. Le stesse proprietà nel bilancio 2019 erano in carico a 14,6 milioni e sono state rivalutate nel bilancio dello scorso anno per complessivi 72,9 milioni, di cui 70,3 milioni inerenti proprio i terreni dei “Pili”.

La nota integrativa riporta che la rivalutazione è stata “effettuata mediante apposita perizia di stima” ai sensi del dl 14 agosto del 2020, cioè il famoso Decreto Agosto varato dal governo di Giuseppe Conte. Ma questa non è l’unica rivalutazione fatta da Brugnaro perché sempre nel bilancio di Lb Holding si evidenzia che la principale controllata al 100, la Umana spa, ha rivalutato il proprio marchio di 50 milioni, anche qui naturalmente dopo “apposita perizia di stima”. E così dal 2019 al 2020 il patrimonio netto consolidato della Lb Holding del primo cittadino di Venezia è cresciuto da 183,3 a quasi 320 milioni. Quali sono le banche che finanziano i business di Brugnaro? Spicca la ex banca “rossa” e oggi banca pubblica Monte dei Paschi di Siena (15 milioni di erogato), seguita da Intesa Sanpaolo (14 milioni), Crédit Agricole Friuladria (12,5 milioni) e Bper (7,5 milioni).

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