Green Network, dal commendatorato al concordato.

Dal commendatorato al concordato. Esplode la crisi della romana Green Network Spa, l’operatore che non è più in grado di fornire energia e che qualche settimana fa gli oltre 330.000 clienti italiani ha inviato una comunicazione per avvisarli del passaggio automatico alla fornitura di ultima istanza, un servizio che garantisce la continuità nell’erogazione del gas in situazioni di criticità del fornitore. Green Network è controllata dalla Sc Holding di cui Sabrina Corbo (nominata commendatore della Repubblica nell’aprile scorso) ha il 70% e il marito Piero Saulli il restante 30%. Qualche giorno fa il giudice del tribunale capitolino Adolfo Ceccarini ha ammesso la società, presieduta dal giugno scorso dal commercialista Fabrizio Iapoce, al concordato preventivo nominando commissari Francesco Rossi, Francesco Macario e Michele Onorato. Sembra che i clienti di Green Network verranno spartiti tra la svizzera Axpo Energia e il gruppo Canarbino di cui fa parte anche la società Made in Energy.

La crisi è esplosa dopo che nello scorso giugno l’impresa era finita nel mirino della procura di Roma che aveva chiesto e ottenuto dal gip tre misure interdittive dei vertici, per appropriazione indebita aggravata, e il sequestro delle azioni. Sono 166 milioni di euro non versati dalla società venditore (reseller) di energia al produttore che in quanto oneri sono destinati a scaricarsi sulle bollette dei clienti. I provvedimenti avevano colpito Saulli, la Corbo, Giovanni Barberis, allora rispettivamente presidente, vicepresidente e direttore generale della Green Network. Il 5 agosto scorso il tribunale del riesame di Roma aveva respinto il ricorso di Saulli, della Corbo e di Barberis, contro le misure cautelari di interdizione dal ruolo di amministratori della società. Innumerevoli sul web i ritratti della Corbo.