Eni, la Cassa che boccia Descalzi & C.
C’è Cassa Depositi e Cassa Depositi. C’è quella italiana che è azionista di Eni e che all’ultima assemblea dell’11 maggio scorso del gruppo energetico presieduto da Lucia Calvosa e guidato da Claudio Descalzi ha votato a favore di tutti i punti all’ordine del giorno. Ma oltralpe c’è l’omonima francese Caisse des Depots et Consignations che invece ha fatto sentire il suo dissenso quando al punto 5 i soci sono stati chiamati a votare al “Relazione sui compensi corrisposti nel 2021” predisposta dall’apposito comitato endoconsiliare presieduto da Nathalie Tocci. La relazione ha evidenziato come nel 2021 al consiglio d’amministrazione, ai sindaci e ai dirigenti con responsabilità strategiche siano stati corrisposti in tutto 32 milioni di euro, di cui 13,7 milioni come compenso fisso e i restanti 17 milioni come variabile. Descalzi, in particolare, ha incassato 1,6 milioni di fisso e 4,2 milioni a titolo variabile. Ebbene il punto 5 è stato sì approvato da soci rappresentanti il 60,4% del capitale. Ma hanno espresso voto contrario azionisti portatori di oltre 160 milioni di titoli Eni, pari al 4,43% del capitale. Fra questi la cassa pubblica francese con i suoi 17 milioni di azioni ma anche la People’ Bank of China (2,6 milioni di azioni) e molti fondi targato Amundi, Citi, Lyxor e Schroders. Unico motivo di soddisfazione per i vertici Eni è che nel 2020 la relazione sui compensi (per 27,8 milioni totali) venne bocciata più sonoramente da soci portatori di 780 milioni di titoli, pari al 21% del capitale.