La donna del Sole boccia Arpe.

Una serie di poste straordinarie manda pesantemente in rosso Sator, il veicolo d’investimenti lanciato quattordici anni fa da Matteo Arpe che ne è il maggiore azionista, suscitando qualche malumore fra gli altri soci. Qualche giorno fa, infatti, gli azionisti riuniti in assemblea hanno deciso a maggioranza di riportare a nuovo la perdita di 13,6 milioni di euro segnata nel bilancio ordinario 2021 registrando però il voto contrario di tre soci portatori dell’1,89% del capitale. La cosa interessante è che fra i dissenzienti figura con lo 0,56% la Mcd che fa capo a Mirja Cartia D’Asero, amministratore delegato de Il Sole 24Ore e che fu collega di Arpe in Lehman Brothers. Il passivo di Sator, che si confronta con quello di 2,2 milioni del precedente esercizio, è dovuto al totale delle svalutazioni salito anno su anno da 1,6 a 13 milioni circa. Nella relazione sulla gestione Arpe precisa che il bilancio è stato impattato negativamente dalla mancata iscrizione dei dividendi da Sator Capital Limited, dalla riduzione dei ricavi da transfer pricing a seguito dell’abbattimento delle commissioni rivenienti dalla gestione del fondo Sator Private Equity fund a dal writeoff sulla partecipazione del 19,7% in L’Autre Chose, azienda di abbigliamento che ha recentemente chiesto il concordato. Il fondo di Arpe è azionista di controllo della quotata Banca Profilo e socio delle quotate immobiliari Aedes Siiq e Restart. La quota del 18% del fondo di private equity in mano a Sator è stata svalutata per 10,3 milioni “al fine di allineare il valore di carico dell’investimento – dice ancora Arpe nella relazione – ritenuto parzialmente non recuperabile sulla base dei probabili valori di uscita degli investimenti”.