Gli Zambon si curano con la cedola.
Anno ricco per la famiglia Zambon. Il bilancio ordinario 2021 della Zambon Company (Zc), holding proprietaria dell’omonimo gruppo farmaceutico e presieduta da Margherita Zambon, si è chiuso infatti con un profitto netto balzato a quasi 49 milioni di euro dai soli 992mila euro di profitto dell’esercizio precedente e ciò ha consentito alla dinastia di distribuirsi, a valere sull’utile, un dividendo di quasi 25 milioni destinando a riserva il profitto restante. Il cedolone ha remunerato la Gefim che controlla Zc con l’87,7% detenuta al 25% ciascuno dalle sorelle Chiara, Elena e Margherita Zambon e dal fratello Gaetano, che ne possiedono poi altre quote direttamente. C’è da osservare che nel 2021 il dividendo era stato ben superiore, pari a 52 milioni, attinto però dalle riserve anche se a monte Gefim, presieduta da Chiara Zambon, archiviando il bilancio dello scorso anno, ha erogato ai soci una cedola di soli 2,8 milioni.
Il forte aumento della redditività di Zambon Company è dovuto al migliore dividendo dalla operativa italiana Zambon Spa cresciuto anno su anno da 10 a 57 milioni, cui s’è aggiunto il calo delle svalutazioni da 6,4 a 4,6 milioni. Il gruppo, con quasi 2mila 500 addetti, è attivo con 23 filiali in paesi diversi e commercializza in 87 paesi i propri prodotti nei settori pharma, chimico, research venture e assistenza domiciliare. Nel bilancio consolidato che mostra per contro un utile progredito anno su anno da 52,3 a 63,1 milioni e un ebit limato da 78,3 a 73,5 milioni, sui 696,4 milioni di ricavi (in linea co, precedente esercizio), il settore farmaceutico ha visto le vendite tenere a 638 milioni con un utile in miglioramento da 57,5 a 65 milioni; mentre le vendite del comparto chimico sono salite da 45,6 a 47,5 milioni con un utile in lieve calo a oltre 4,2 milioni. Minori contributi al fatturato di gruppo sono giunti dagli altri business della holding degli Zambon: l’assistenza domiciliare di ItaliAssistenza (10,6 milioni), il research venture di ZetaCube (397mila euro) e il campus scientifico di OpenZone (9,3 milioni). A livello patrimoniale la posizione finanziaria netta positiva è peggiorata da 89,1 a 81,7 milioni. Nella relazione sulla gestione si spiega infine che lo scorso marzo sono stati notificati dal fisco avvisi di accertamento ai fini Ires e Irap con riferimento alle annualità 2016 e 2017.