Brachetti Peretti, in tasca 25 milioni.
Spinto dal prezzo del petrolio che lo scorso anno è balzato del 25%, esplode l’utile di Api Holding, la cassaforte della famiglia Brachetti Peretti, presieduta da Mila Peretti, attiva nella distribuzione e raffinazione di prodotti petroliferi. Lo si evince dal bilancio consolidato che mostra ricavi balzati anno su anno da 2,7 a oltre 4,5 miliardi con l’ebitda che da negativo per 56,5 milioni passa ampiamente in positivo a 366 milioni e conseguentemente l’ultima riga rispetto alla perdita di oltre 183 milioni del 2020 ritrova l’utile a 124,1 milioni. Lo spaccato del fatturato di Api Holding vede prevalere il settore oil (circa 4,5 miliardi) con un contribuito marginale del business rinnovabili (eolico in primo luogo) per circa 6 milioni. Il gruppo nella distribuzione è attivo principalmente col marchio “Ip” e nella raffinazione con gli impianti di Falconara e Sarpom: nel primo a fine 2021 le lavorazioni di greggio sono state di oltre 2,8 milioni di tonnellate e nel secondo di 1,2 milioni. La posizione finanziaria netta è decisamente migliorata perché pur restando negativa è passata anno su anno da 355,1 a 160,1 milioni. Il personale s’è ridotto da 1.167 a 1.107 unità per via della razionalizzazione di struttura successiva alla fusione per incorporazione di Api in Italiana Petroli. La semplificazione societaria è proseguita quest’anno perché poche settimane fa l’assemblea di Italiana Petroli ha approvato la scissione a favore della newco Mip di una serie di asset consistenti nei marchi del gruppo. L’ottimo 2021 ha convinto qualche settimana fa l’assemblea dei soci di Api Holding a distribuire agli azionisti 25 milioni di cedola, attinti interamente dalla riserva utili, e questo nonostante il bilancio ordinario si sia chiuso in lieve perdita.