Rosso Piombino.
Saltato l’ingresso di Invitalia, i numeri di Jsw Steel Italy Piombino (Jsip), che in mano al gruppo indiano Jindal controlla il polo siderurgico della città toscana, continuano a restare critici. Qualche giorno fa, infatti, guidata dal consigliere Sudhakar Asawale Shankarrao s’è tenuta l’assemblea dei soci (Jsw Steel Italy ha il 99,99% e Jsw Steel Ltd il restante 0,1%) che ha approvato il bilancio chiuso allo scorso 31 marzo, il terzo sotto la gestione indiana, chiuso con una perdita di 3,4 milioni di euro in calo da quella di 24,4 milioni del precedente esercizio. Il presidente dell’assemblea ha fatto notare che nonostante nell’esercizio il gruppo Jindal abbia fatto un ulteriore versamento in conto copertura perdite di 15 milioni, alla fine dell’esercizio il patrimonio netto è negativo per 9,7 milioni, comprensivi di perdite cumulate per 42,2 milioni, sospese (come consente la legge) fino all’assemblea che approverà il bilancio che risulterà in corso al 31 dicembre 2025. Nella relazione sulla gestione si ricorda che nel settembre 2021 era stato firmato un memorandum of understanding in sede Mise che prevedeva l’ingresso di Invitalia nell’azienda indiana col 49% del capitale. La due diligence di Invitalia al riguardo si basa anche sul piano industriale aggiornato che prevede il ritorno all’utile nell’esercizio in corso. Ma in seguito la due diligence è saltata per “divergenze tra le parti sulla valutazione degli asset” e così Jsip ha redatto un piano “stand alone”. Il bilancio riporta ricavi per 308,8 milioni in progresso dai 200,1 milioni del precedente esercizio, grazie a 314mila tonnellate di acciaio consegnate (erano 299mila nell’esercizio precedente), di cui 130mila di vergella, 65mila di barre e 119mila per rotaie con Ferrovie dello Stato come cliente principale. Nell’esercizio Jsip, che impiega oltre 1.400 addetti, ha ottenuto nuove linee di credito da Unicredit (10 milioni) e Citibank (40 milioni), tutte garantite dalla capogruppo.