Pillarstone fugge e inguaia Werther.

Dopo il recentissimo fallimento delle trattative con il fondo di private equity Pillarstone la Werther International (Wi) di Reggio Emilia, tra i principali player italiani nel mercato italiano delle auto usate, controllata dal febbraio 2018 dal fondo di private equity tedesco Stargate Capital tramite il veicolo Leviticus Industries, fa un nuovo tentativo per uscire dalla crisi finanziaria. Qualche giorno fa, infatti, Antonella Rimondini giudice del tribunale di Reggio Emilia ha nominato Chiara Mazzetti, Danilo Galletti e Roberto Cassani commissari della società, ammessa al procedimento unitario di composizione della crisi anche per conto delle controllate Italgarage Equipments (Reggio Emilia) e Sicam (Correggio). 

Wi, che fa parte del gruppo tedesco Base, rilevato da Stargate Capital nel 2018, che opera in 60 paesi con 600 dipendenti e ricavi per 180 milioni di euro, già a maggio del 2022 aveva fatto domanda di concordato preventivo, conferendo un poi un audit a Deloitte che avendo riscontrato alcune anomalie di gestione è sfociato nelle dimissioni di sindaci e manager e nella nomina per tutte le aziende di Andrea Foschi come presidente e di Ivan Vasumini come amministratore delegato. https://andreagiacobino.com/2022/05/17/werther-concordato-in-garage/

Ma il tribunale, sentiti i commissari giudiziali, aveva chiuso la procedura, poi riaperta su richiesta dell’azienda che in attesa di presentare il piano concordatario aveva intavolato un negoziato con Pillarstone, sfociato in una manifestazione d’interesse, salvo poi la retromarcia del fondo. 

A quel punto il tribunale, in assenza del piano concordatario, ha nuovamente interrotto il concordato. Si spiega così la nuova richiesta di procedura, con l’adozione di misure protettive dai creditori per la durata di quattro mesi, presentata per conto dell’azienda dagli avvocati Marco Arato e Filippo Chiodini dello studio BonelliErede. La società è entrata in crisi è stata la riduzione degli investimenti nel mercato dell’auto, l’ingresso di competitor, il repentino aumento fino all’80% del prezzo della lamiera e la scarsità di componenti che ha determinato fermi di produzione. Nel 2020 (ultimo bilancio disponibile) la società ha fatturato nel consolidato circa 67 milioni a fronte però di oltre 70 milioni di debiti. La crisi finanziaria ha impedito a Wi di rimborsare quote capitale e interessi del minibond da 3 milioni, il quarto di una serie di emissioni.