Calzaturificio Skandia in concordato.

La guerra russo-ucraina fa “vittime industriali” anche in Italia. Qualche giorno fa, infatti, Petra Uliana giudice delegato del tribunale di Treviso ha nominato Luigi Di Fant commissario di Calzaturificio Skandia, ammesso al concordato preventivo, che partendo dal suo stabilimento in Serbia progettava lo scorso anno di vendere sul mercato russo scarpe di sua produzione per 5 milioni di euro mentre il conflitto ha permesso di venderne solo per un milione. Il calzaturificio nato nel 1979 a San Biagio di Callalta (Treviso) e oggi presieduto da Guido Mocellin con Domenico Piovesana e Lucio Tessariol quali amministratori delegati, nel 2021 aveva registrato un fatturato di quasi 35 milioni di euro e contava su un patrimonio netto di 11,1 milioni. Ma la guerra ha innescato la crisi dell’azienda acuita dalla tensione finanziaria perché Unicredit Serbia ha rifiutato di assistere Skandia per operazioni commerciali sul mercato russo e BancoBpm ha sospeso le linee di credito. Così il fatturato 2022 già previsto di 55 milioni a settembre scorso era risultato di soli 32 milioni ed a oggi l’azienda ha ordini per 33 milioni. Il calzaturificio, assistito dai legali Matteo Creazzo e Giovanni Trolese e dai commercialisti Andrea e Mario Porcaro, ha chiesto la procedura per presentare un piano di concordato in continuità.