Nubi su Alba Travel.

Lo strapotere delle grandi piattaforme di prenotazione online dei viaggia manda in crisi uno dei principali operatori italiani. Qualche giorno fa, infatti, Silvia Bianchi giudice delegato del tribunale di Venezia ha nominato Danilo Capone commissario della Worldwide Hotel Link (Whl), che fa capo al noto operatore turistico Alba Travel, ammessa al concordato e con ciò accogliendo il ricorso presentato per conto della società da un gruppo di avvocati dell’ufficio di Padova del noto studio Gianni Origoni. Qualche giorno prima s’è svolta un’assemblea dei soci guidata dal presidente Aldo Fabris che ha deliberato la richiesta della procedura per l’azienda che “sta attraversando una fase di forte tensione economica e finanziaria”.

Whl come detto fa capo ad Alba Travel, a sua volta controllata dall’imprenditore veneziano Renzo Ferro che deteneva la holding Fininven, finita in concordato nel 2021 (sempre con l’assistenza di Gianni Origoni), mentre ci sono soci minori tra i quali l’amministratore delegato Davide Cori col 18,7%. Whl dal 2002 ha svolto attività di tour operator, con servizi di prenotazioni online ai quali ricorrono 6mila 200 agenzie di viaggio. La crisi è iniziata con l’arrivo dei big mondiali del settore quali Expedia e Booking.com, cui è seguita la pandemia “che ha determinato – si legge nel ricorso – l’interruzione del processo di riorganizzazione aziendale appena avviato”. Gli effetti si sono visti sul conto economico perché nel triennio 2019-2021 i ricavi sono crollati da 91,3 a 5,7 milioni di euro con un ebitda a fine periodo negativo per 2,1 milioni. Whl è ricorsa alla cassa integrazione per oltre 350mila ore e i dipendenti nel periodo sono diminuiti da 158 a 42. La parziale ripresa dello scorso anno ha fatto sì che il bilancio abbia segnato ricavi per 13,2 milioni ma un ebitda ancora negativo per 2,1 milioni.

Di qui la tensione finanziaria e la richiesta di concordato mentre gli advisor stanno sondando il mercato “al fine di identificare l’investitore che auspicabilmente interverrà nella ristrutturazione” e “al momento sono già stati firmati alcuni non disclosure agreement con fondi internazionali interessati a svolgere una due diligence”. I soci, comunque, sono pronti a mettere 600mila euro per assicurare la continuità aziendale, anche perché lo stesso tribunale ha concesso a Whl le misure protettive dai creditori fino alla fine dell’agosto prossimo.